Solitamente la famiglia può essere lasciata sola. La migliore informazione, il miglior sostegno, il migliore aiuto, la migliore terapia, il miglior consueling è quello di mettere a disposizione subito alla famigli sono i servizi e il personale efficiente, questo per ottenere i risultati immediati, evitare sensi di solitudine, d’angoscia, di sfiducia, di chiusura e di colpa. I primi passo che introduce nella comunità degli udenti il bambino sordo è il suo inserimento a scuola.

Il ruolo del contesto sociale va fatta la distinzione tra i genitori sordi segnanti, genitori sordi non segnanti, genitori udenti segnanti ed genitori udenti non segnanti dei bambini sordi.
Nasce le differenti percorsi educativi, le difficoltà e le risorse rispetto al cammino dello sviluppo comunicativo e per facilitare la comprensione di tali percorsi differenziati.

A confronto dello sviluppo comunicativo del bambino sordo con i genitori udenti, può rimanere per lungo tempo in ambiente sociale privo di strumenti adeguati per condividere con lui i discorsi sul mondo fisico e mentale della vita di ogni giorno. In conclusione questo bambino spesso si sente emarginato ed escluso dalla comunicazione verbale che gli udenti usano con lui e tra di loro, l’esclusione può generare problemi di ritardo linguistico; dall’altro la mancata esposizione a una lingua dei segni che invece potrebbe acquisire senza difficoltà. La lettura labiale non può sempre essere in aiuto per i bambini sordi perché non sono in grado di riconoscere i sillabi o le parole dal movimento delle labbra.

Con la legge n. 517 che fu emanata nel 1977, la politica statale d’integrazione fu definitivamente regolarizzata: i genitori dei bambini sordi si prospettavano due possibilità di scelta tra la scuola speciale e la scuola “normale” (inserimento in una scuola per udenti). La famiglia del bambino sordo è posta davanti a un grave dilemma: si trova nella situazione di dover scegliere tra l’integrazione del proprio figlio in una scuola pubblica e a comportarsi in maniera normale rifiutando e allontanando, così, una diversità che spaventa e che inevitabilmente porterebbe ad un’esclusione ed incomprensione da parte della comunità udente e della sua stessa famiglia; e l’inserimento del bambino in una scuola speciale, dove sì, verrà seguito da esperti e potrà trovarsi a suo agio tra bambini con il suo stesso deficit, insieme ai quali potrà sentire parte attiva e partecipe di una comunità a sé stante, ma che, proprio per questo sentirsi un diverso, un estraneo all’interno della famiglia e nello scontro con la maggioranza udente.

L’arrivo del bambino sordo in una famiglia udente influenza tutta la famiglia.

L’evoluzione della relazione tra genitore e bambino è una combinazione delle caratteristiche iniziali dei genitori e del bambino e del rapido apprendimento che si verifica in entrambi.
E’ molto importante che genitori e figlio si sintonizzino l’uno sull’altro, attraverso lo sviluppo di sincronia e reciprocità, dove per sincronia si intende la forte correlazione tra il comportamento della madre e quello del figlio ed il loro convergere in una routine comune di interazione. Per reciprocità si intende una specie di simbiosi tra madre e bambino. La madre ed il bambino si stimolano e si rispondono vicendevolmente, sviluppano modalità reciproche di scambio che sono generalmente molto diverse da quelle che si verificano tra il bambino ed altre persone. Queste prime interazioni costituiscono la base del successivo attaccamento e del legame che si stabilisce tra madre e bambino. Molti studi hanno descritto le interazioni comunicative nelle diadi formate da madri udenti e bambini sordi.

Le indicazioni delle ricerche condotte con i bambini in età prescolare e dei primi anni di scuola rivelano che, rispetto alle madri di diadi in cui entrambi i componenti sono sordi o udenti, le madri udenti di bambini sordi sono più spesso intrusive, tese e direttive nelle interazioni verbali e non verbali.

Le madri che non hanno training di comunicazione manuale sembrano anche esercitare un controllo maggiore sul comportamento dei propri figli sordi.
Le madri che invece hanno individuato un canale efficace di comunicazione con proprio figlio hanno probabilmente un bisogno inferiore di esercitare tale controllo e, soprattutto, delle sue manifestazioni fisiche.

Inoltre la famiglia deve collaborare attivamente alla riabilitazione logopedia, soprattutto la madre, che deve continuare a casa i compiti assegnati dal logopedista. E’ per questo motivo che spesso la figura materna tende ad essere percepita in modo più diretto, ed il ruolo di mamma si mescola con il ruolo di terapista.

I corsi di sensibilizzazione sono uno dei strumenti molto importante, che le Sezioni dell’ENS (Ente Nazionale Sordi) hanno per avvicinare un sempre maggior numero di persone del proprio territorio alla conoscenza della Comunicazione, della Vita Sociale, della Lingua e della Cultura dei Sordi. Questo è molto importante sia perché favorisce una migliore integrazione sociale e culturale, anche in ambito familiare, educativo, scolastico e professionale.

L’intervento è una specie di guida per le famiglie che possa offrire una consulenza medica, logopedica, educativa e psicologica, per creare un sostegno reale e su qualsiasi aspetto migliore della vita del bambino e della sua famiglia.

Il sostegno e la consulenza sono a beneficio di tutto il nucleo affettivo, per sviluppare una comunicazione eguagliata fra tutti i membri della famiglia, per agevolare le scelte difficili e giuste, per comprendere appieno le necessità e i bisogni di tutti.

 

Sempio O. L., Marchetti A., Lecciso F., Petrocchi S., Competenza sociale e affetti nel bambino sordo, Carocci, Roma, 2006;

Zuccalà A., Cultura del gesto e cultura della parola, Meltemi, Roma, 2001.

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